mercoledì 28 maggio 2008

Riflessioni

Sono successe molte cose dall’ultimo post.
E’ nato il governo Berlusconi IV, si è insediato il nuovo Consiglio Comunale di Roma, c’è stata la prima riunione del Consiglio del Municipio XVI.
Avvenimenti istituzionali che sanciscono l’inizio di una nuova stagione politica.
Il tutto in un clima in cui spedizioni punitive contro stranieri e zingari si associano ad interventi di esponenti del centro-destra, eletti alle massime cariche di Stato e Comune, che invece di garantire la libertà di espressione alle forze d’opposizione ne spengono la voce. Non sono bei segnali.

In queste settimane ho partecipato a numerosi incontri sull’analisi della sconfitta elettorale. L’opinione ricorrente è che durante la campagna elettorale si siano pagati vari errori, primo tra tutti quello di non aver saputo cogliere la voglia di cambiamento che viene dalla società.
Il Partito Democratico è nato proprio per questo, per rimodernare il paese, la società, la politica. Ma quando si dimenticano queste premesse e si ricade nelle vecchie logiche partitocratriche che hanno allontanato i cittadini dalla politica, ecco che si perde.
Se si abitua l’elettorato a scegliere con le primarie i propri rappresentanti, non si può poi fargli calare dall’alto candidature non condivise che magari sanno anche di vecchio.
Un elettorato che non crede al PD come sommatoria di DS e Margherita, soprattutto quando questa sommatoria mette insieme i difetti di questi due partiti, ma crede nel PD delle primarie appunto, in cui anche il singolo elettore può dare il suo contributo alla vita del partito.
Allora non resta che cercare di riconquistare quel clima perduto, per non disperdere quell'immenso patrimonio rappresentato da coloro che hanno creduto e credono davvero nel Partito Democratico.

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