Il 17 febbraio, dopo molti rinvii è finalmente giunto nei Municipi, per l'espressione del parere di competenza, il bilancio di previsione del Comune di Roma per l'anno 2009.
Come volevasi dimostrare, anziché assegnare nuovi fondi ai Municipi, questo bilancio tende ad accentrare tutte le spese, alla faccia del decentramento tanto sbandierato dal sindaco Alemanno in campagna elettorale.
Il Municipio Roma XVI in particolare, con solo 2.180.000 € è il penultimo per fondi a disposizione nel piano investimenti per l’anno 2009.
Il già ristretto budget del 2008, di cui non si è mai usufruito, è stato tagliato di 50.000€.
Tra le altre cose sono spariti 2,5 milioni per la ristrutturazione della scuola Crispi e 800.000 € per la scuola Oberdan.
A compensare ciò nei dipartimenti comunali sono rimasti accantonati genericamente, senza l’indicazione del codice IBU, 89.950.000€ per la manutenzione delle strade di tutta Roma e 15.000.000€ per la manutenzione delle scuole sempre di tutta Roma.
Ricapitolando il nostro Municipio perde 3,3 milioni di opere scolastiche già finanziate e in teoria ne guadagna 789.000 (15 milioni : 19 municipi) se le ripartizioni saranno eque…
Senza contare che così facendo si è, di fatto, sottratta la manutenzione delle scuole alla competenza municipale, cosa che avverrà anche per la manutenzione delle strade.
Relativamente alla spesa corrente le cose non vanno certo meglio.
C’è stato un taglio netto di 140.000 € spalmato sui vari centri di costo, ma che colpisce in particolare i fondi per le attività culturali – 87,69%, per le attività sportive -69,45%, per il funzionamento della scuola – 62,86%, per la gestione degli edifici -64,40%.
Sono stati azzerati inoltre i fondi che consentivano di avere un’ambulanza nel mercato domenicale di Porta Portese.
Ma da cosa nasce un bilancio così lontano dalle esigenze dei territori?
Innanzitutto dal mancato ascolto delle richieste degli uffici dei singoli Municipi nella costruzione del bilancio stesso. E’ la prima volta che capita, disattendendo il Regolamento di contabilità del Comune di Roma.
Poi c’è il teorema del “buco del bilancio” che già è costato alla città un lungo blocco delle spese facendo perdere, di fatto, un anno d’investimenti in opere necessarie allo sviluppo e che ha partorito la teoria del bilancio su risorse certe. Vale a dire spese previste solo se certamente coperte. Per poi scoprire nelle pieghe del bilancio che molte fonti di finanziamento sono costituite da entrate spesso aleatorie nella quantità e nei tempi di accertamento dell’entrata, come l’”alienazione di beni”, la “legge Bucalossi” o il “condono”.
Insomma un bilancio che non aiuta la città e che anche in prospettiva vede crollare gli investimenti nei prossimi due anni che invece sarebbero stati molto utili in un momento di crisi economica così acuta.
giovedì 26 febbraio 2009
Bilancio comunale
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