Nella nuova Sala Consiliare del Municipio Roma XVI “Caduti di Forte Bravetta” si è ricordato il poeta Giorgio Caproni (Livorno 1921 - Roma 1990), con una mostra iconografica e una serie di letture con accompagnamento musicale. Intellettuale, giornalista, traduttore e soprattutto voce tra le più nobili nel panorama della poesia novecentesca, quest'anno in prossimità del ventennale della sua scomparsa, il Municipio Roma XVI lo ricorda con un'esposizione che lo ritrae nella sua città d’origine, Livorno, che gli ha da poco intitolato una piazza, e poi nel quartiere romano da lui tanto amato.
Nel 1938 Giorgio Caproni si trasferì a Roma, con la moglie Rina, nel nostro quartiere di Monteverde. Dopo aver partecipato alla guerra e alla Resistenza fu per molti anni maestro elementare nella scuola Francesco Crispi dove lasciò un ricordo indelebile tra i suoi tantissimi allievi. Ho avuto personalmente l’onore di conoscerlo, quando veniva nella classe della maestra Spadoni ad insegnarci i primi rudimenti dei versi endecasillabi. Questo avveniva all’inizio degli anni ’70, quando già aveva vinto importanti premi letterari. Ma nonostante la sua fama ricordo la disponibilità con la quale spiegava a noi bambini di 10 anni e l’orgoglio provato per i primi versi scritti secondo le regole imparate da quel signore smilzo e dai capelli bianchi è ancora impresso nella mia memoria.
Una presenza della mia infanzia che riaffiora in occasione dell’omaggio che il Municipio Roma XVI gli rende, forse anche a compensare l’assenza delle autorità cittadine ai suoi funerali nel gennaio del 1990.
Dopo gli interventi del Presidente Bellini, di Maurizio Paolini, Presidente della Circoscrizione 2 di Livorno, della figlia Silvana, dell’amico poeta Luciano Luisi e dello studioso di Caproni Jacopo Ricciardi, Delia Boccardo e Nicky Nicolai hanno letto alcuni versi del poeta con l’accompagnamento del violoncello di Luca Pincini.
Biglietto lasciato prima di non andar via.
Se non dovessi tornare, sappiate che non sono mai partito.
Il mio viaggiare è stato tutto un restare qui dove non fui mai.
G. Caproni
giovedì 14 maggio 2009
Omaggio a Caproni
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1 commento:
sono molto contenta della attenzione che si sta dando alla mostra del poeta giorgio caproni, il senso di questo omaggio secondo me va oltre la semplice commemorazione.
questo poeta ha lavorato umilmente per 35 anni con i suoi allievi, all'inizio nel dopoguerra con gli allievi orfani che venivano discriminati e non venivano adeguatamente aiutati sul piano didattico, ebbene lui chiese di poter lavorare proprio con questi ultimi, e poi il lavoro con tutti i bambini di monteverde attraverso le lezioni di poesia, ma la cosa che ritengo sia straordinaria in questa persona è la semplicità che mi fa d'esempio a me semplice donna che lavora nel campo del sociale, che si può essere grandi letterati stando nella realtà di tutti i giorni e non nei salotti buoni a parlare con persone con la erre moscia o meglio si può adeguatamente fare ambedue le cose ma non si deve mai perdere il contatto con la realtà vera di tutti i giorni
questo esempio io spero che verrà seguito dalle tante persone che stanno nel partito democratico
mischiamoci nella realtà vera e studiamo l'evoluzione di questa società che ha delle derive fasciste e razziste, ma allo stesso tempo sta andando verso il futuro che è comunque multiculturale (nel senso positivo non nel senso di una cultura che lotta contro l'altra)
io sono sicura che i poeti lasciano i loro versi che consolano, che divertono (motivo per cui ho scelto la poesia del gianicolo) per permettere a tutti di immaginarsi un futuro migliore
per finire i poeti aiutano a costruire una comunità? io penso propio di si, adesso si privilegia la canzone ma la sintesi che un poeta ci può dare eleva la comunità a cui si rivolge a guardare oltre l'attualità
grazie gaetano dell'occasione di poter parlare di questo evanto rosaria ciccarelli
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