Rispetto agli anni passati la ricomparsa di una voce positiva nel piano investimenti, completamente azzerato negli ultimi due anni, ha consentito di spostare, grazie ad un emendamento di giunta del Municipio, fondi destinati dal progetto di bilancio comunale alla mobilità verso la manutenzione straordinaria delle scuole (300.000 euro) e delle aree verdi (70.000 euro). Da rilevare la scomparsa dei fondi previsti per la riqualificazione dell'edificio del Buon Pastore (un milione di euro) presenti fino allo scorso bilancio.
Relativamente alla spesa corrente, il progetto del Comune ricalca gli importi dell'anno precedente con la sgradevole novità dei minori stanziamenti per i servizi sociali (274.000 euro) per la prima volta in quattro anni, che creerà problemi per la copertura di servizi come l'accompagnamento, da parte del personale AIC, dei bambini handicappati il cui numero era aumento di 10 unità quest'anno.
La diminuzione dei fondi del fondo sociale nazionale non è stata compensata, come in passato, dalla regione Lazio lasciando scoperti i servizi sociali comunali che, come saprete, sono decentrati ai singoli municipi.
A livello comunale l'assessore al bilancio Lamanda, ha dovuto reperire fondi per tappare la falla di 730 milioni dovuti, per 478 milioni a minori trasferimenti da parte di Stato e Regione Lazio, e la restante parte dovuti a sopravalutazione di entrate (- 70 milioni dalle contravvenzioni) e sottovalutazione di spese (+ 107 milioni per la spesa corrente) in sede di redazione del bilancio lo scorso anno.
Dopo anni di aumenti delle tariffe sui servizi comunali, la parte del leone per le tasche dei romani la farà l'imposta municipale sugli immobili IMU. Sfruttando la facoltà concessa dal Governo ai singoli comuni, l'aliquota base del 4 per mille sulla prima casa sarà aumentata al 5 per mille e al 10,6 per mille sulle seconde case e gli altri tipi di fabbricati. Complessivamente il gettito dell’IMU per il Comune di Roma sarà pari a 656 milioni di euro.
Altre entrate (200 milioni) dovrebbero venire dalla vendita (o per meglio dire dalla svendita) del 21% delle azioni di ACEA, alla faccia del risultato referendario sull'acqua pubblica. Infatti, oltre che non essere necessario (la legge chiede che il Comune scenda al 30% della proprietà entro il 2015 e non subito) e, almeno per la parte relativa alla gestione idrica, contro il risultato referendario, è anche inopportuno e non conveniente visto l'andamento del titolo dal 2008 ad oggi grazie agli effetti annuncio del Sindaco e alla gestione finanziaria di ACEA che ha visto crescere l'indebitamento causando anche tagli del rating.Vendere oggi, inoltre, significherebbe entrate inferiori di ben oltre la metà rispetto a quello che si sarebbe incassato nel 2008 oltre a minori dividendi legati alla proprietà delle azioni stesse.
La costituzione della holding delle società municipalizzate dovrebbe portare 20 milioni di risparmio fiscale. Su questo argomento da segnalare la delibera di giunta comunale del 9 marzo 2012 che costituendo la società capogruppo, la dota di enormi poteri e al tempo stesso toglie all'Assemblea Capitolina la competenza sulle nomine dei membri del consiglio di amministrazione della holding stessa demandandola al Sindaco, inibendo di fatto il potere di indirizzo e di controllo sulle società municipalizzate da parte dell'organo rappresentativo dei cittadini.
Ultima novità l'introduzione del quoziente familiare (quoziente Roma) nel calcolo della tariffa comunale sui rifiuti che comporterà risparmi per i nuclei familiari meno abbienti e più numerosi.
In sostanza si tratta di un bilancio che risente delle varie manovre del governo Berlusconi che hanno visto aumentare le entrate tributarie locali nel comune di Roma dal miliardo del 2009 ai 3,7 miliardi del 2012.
Come Municipio ci siamo trovati di fronte ad un bilancio al di sotto della soglia di sussistenza che abbiamo provato, con minime partite di giro, a correggere per tappare quelle falle aperte dal progetto arrivato dal Comune.
Nessun commento:
Posta un commento