Nel mese di gennaio sono accaduti tre importanti eventi politici che hanno, a mio parere, un significato che va al di là del loro contesto: sono il sintomo di una trasformazione nei rapporti tra cittadini e politica che si sta manifestando in quasi tutto il mondo.
In Cile la destra ha vinto le elezioni presidenziali, pur rimanendo minoranza nel paese. In Massachussetts il repubblicano Brown ha sconfitto la democratica Coakley, aggiudicandosi il seggio che era stato per decenni del senatore democratico Ted Kennedy. In Puglia il governatore uscente Vendola ha sconfitto alle primarie il candidato proposto dai vertici del PD Boccia.
Sono fatti diversi, ma hanno una radice comune: il rifiuto popolare della partitocrazia e dell’arroganza della classe politica.
In Cile Sebastian Pinera, ricco e conservatore, ha vinto perché gli elettori hanno punito la coalizione di centrosinistra che dopo vent’anni di governo era finita in mano agli apparati di partito e alle loro reti clientelari. I vertici dei partiti della “Concertacion”, l’alleanza di centrosinistra, sordi alle richieste di rinnovamento e cambiamento generazionale hanno preferito ricandidare l'ex presidente Eduardo Frei senza passare attraverso le primarie, come chiedeva parte della base e come avvenuto nel caso della presidente uscente Bachelet, consegnando di fatto il paese in mano alla destra.
In Massachussetts, nonostante i sondaggi dimostrassero che la maggioranza dello stato è democratica, le elezioni sono state decise dal voto indipendente, che ha penalizzato una rappresentante dell’apparato democratico locale Martha Coakley, così sicura di vincere da andare in vacanza all’inizio della campagna elettorale. Il candidato repubblicano, Scott Brown è invece riuscito a stabilire un rapporto con la grande mobilitazione sociale della destra attraverso il movimento dei “tea parties” usando le stesse tattiche della campagna elettorale di Obama: internet, cellulari e porta a porta.
In Puglia, per consentire di allargare la coalizione di centrosinistra all’UDC, i vertici del Partito Democratico hanno proposto a Nichi Vendola di fare un passo indietro a favore del candidato da loro scelto. Il governatore, forte del grande consenso guadagnato in cinque anni di buon governo della regione, ha rifiutato e ha insistito per sfidare Boccia nelle elezioni primarie, vincendo con un enorme margine di vantaggio grazie alla grande mobilitazione popolare che è stato in grado di suscitare.
Questo a dimostrazione che la democrazia non ha colore e che per funzionare è necessario che gli eletti rispondano ai cittadini. Quando funzionari di partito diventano padroni dei destini di un paese, possono nascere dei movimenti di base che cambiano i rapporti di potere.
Vedremo in futuro quali saranno le reazioni degli sconfitti in questi tre diverse storie, ma l’impressione è che qualunque cosa faranno, sarà meglio farla coinvolgendo i cittadini.
Perché quando si aprono le porte alla partecipazione, le persone, spesso, la prendono sul serio.
lunedì 8 febbraio 2010
Partecipazione
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