In questi giorni si sta discutendo il bilancio preventivo 2010 del comune di Roma.
Non avete letto male, siamo ai primi di luglio ed è ancora da approvare il bilancio preventivo per l'anno 2010!!!
Questa situazione paradossale, che ha comportato l'esercizio provvisorio fino ad ora, con gravi ripercussioni sulle attività del Comune e di tutti i Municipi, è giustificata dall'impossibilità da parte della Giunta Alemanno di predisporre un bilancio plausibile.
Ma come si è arrivati a tutto questo?
Per capire le cause di questo ritardo bisogna partire dal 2008, quando il governo Berlusconi appena insediato ha abolito l'ICI sulla prima casa che per il Comune di Roma rappresentava una entrata di 330-380 milioni di euro. La giunta Alemanno per coprire questo ammanco partorì la teoria del buco nel bilancio della precedenza giunta Veltroni, che portò al blocco di tutte le spese relative ai debiti contratti prima del 28 aprile 2008.
Il Sindaco Alemanno viene nominato commissario straordinario per il debito di bilancio e con il decreto legge n. 112 25 giugno 2008 viene creata la Gestione commissariale. Il successivo DPCM 5 dicembre 2008 sancisce il piano di rientro dal debito concordando col governo nazionale una rata da 500 milioni annui.
Che arrivano per l'anno 2008 e per l'anno 2009.
Il decreto legge n.2 2010 sancisce la netta separazione tra gestione commissariale e gestione ordinaria evitando che i debitori della gestione commissariale si rivalgano sul comune per le prestazioni ante il 28 aprile 2008.
Viene quindi certificata per legge la divisione tra debito straordinario e gestione ordinaria introducendo così una rigidità contabile che porta il Comune sull’orlo del dissesto finanziario perchè le risorse liquide del Comune sono usate per saldare debiti della gestione commissariale.
Nel 2010 i 500 milioni della rata annuale non vengono però erogati immediatamente perchè il contributo statale viene considerato dalla Ragioneria Generale non strutturale, ma soltanto di natura programmatoria così il contributo arriva sotto forma di immobili in un fondo della difesa (caserme).
Soltanto dopo un ulteriore intervento legislativo (decreto legge n.78 del 31 maggio 2010) viene consentito di approvare entro il 31 luglio 2010 il bilancio preventivo 2010 e arrivano 300 milioni.
Solo 300, ma con la possibilità di aumentare l'addizione comunale irpef e di istituire l'addizionale di 1 euro sui passeggeri in transito negli aeroporti di Roma per recuperare gli altri 200 milioni oltre alla possibilità di introdurre un contributo di soggiorno a carico dei turisti e una maggiorazione fino al 3 per mille dell'ICI sulle seconde case tenute a disposizione.
Inoltre per far fronte alle minori risorse per finanziare i servizi offerti alla cittadinanza dovute alle minori entrate legate alla assenza di dividendi ACEA, ai minori trasferimenti dalla Stato e dalla Regione e al venir meno di alcune entrate una tantum previste nel bilancio 2009 e non realizzate, il Comune è costretto a una manovra economica con aumenti delle seguenti tariffe.
- Ta.Ri. (tariffa rifiuti) Del 9,80% per le utenze domestiche e del 12,50% per le non domestiche
- Rette per gli asili nido comunali (gettito totale triplicato nel 2011)
- Rette per la refezione scolastica (gettito totale raddoppiato nel 2011)
- Tariffe per il trasporto pubblico (gettito totale + 38,7 mnl)
- Canone di occupazione di suolo pubblico dal 12% al 125% per gli esercizi nel centro storico
- Tariffe sui servizi culturali (musei) 3-4 € a biglietto
- Istituzione dei diritti di istruttoria per parere sull'agibilità dei locali di pubblico spettacolo
- Istituzione del diritto di assegnazione di numerazione civica
Da sottolineare la scarsa progressività dei suddetti aumenti che penalizzano particolarmente le famiglie meno agiate.
martedì 6 luglio 2010
Bilancio 2010 del Comune di Roma
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