venerdì 19 febbraio 2010
Insegnamento della lingua italiana agli immigrati
Gli incontri settimanali avvengono il martedì alle ore 20.00.
sabato 13 febbraio 2010
Emma Bonino a Monteverde
Apertura della campagna elettorale per le elezioni regionali a Monteverde.
In un teatro Vascello purtroppo insufficiente a contenere i tanti cittadini convenuti, il Partito Democratico di Roma ha ufficialmente aperto la campagna elettorale per l’elezione di Emma Bonino a governatore del Lazio.
Dopo l’intervento di Marco Miccoli, attuale coordinatore della campagna elettorale del Pd di Roma, che ha ricordato la necessità di una grande affermazione del centrosinistra a Roma per poter sperare di recuperare i voti a favore del centrodestra nelle altre province laziali, è intervenuto Esterino Montino vicepresidente della Giunta regionale del Lazio e capolista del PD alle prossime elezioni. Ha ricordato il difficile lavoro di risanamento che è toccato alla giunta di centrosinistra in questi cinque anni di governo e gli importanti risultati conseguiti.
E’ toccato poi a Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, inquadrare la candidatura di Emma Bonino come ulteriore risorsa del centrosinistra che per la sua storia e per le sue battaglie rappresenta un valore aggiunto alla coalizione, come dimostrano i convinti attestati di simpatia che riceve in ogni sua uscita pubblica.
Infine Emma Bonino. Ha dato al suo intervento un taglio più istituzionale che propagandistico. Ha posto l’accento sull’importanza della questione etica e sull’esempio che i politici dovrebbero dare per non far scadere il rispetto dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Ha parlato del clima opaco e dell’olezzo poco gradevole che si respira in questo"momento preoccupante per il nostro Paese”.
Non ha cercato consensi ad ogni costo di fronte ad una platea così numerosa di elettori del PD a cui lei ha confessato di non essere abituata. Ha anzi sottolineato le diversità che ci sono ancora tra PD e Radicali su alcune questioni non ultima quella concernente la normativa sulla “par condicio” televisiva. Ha insistito molto sull’attenzione a non imbrattare la città con manifesti elettorali affissi fuori dagli appositi spazi, a conferma di un taglio finalmente diverso di una campagna elettorale che da questo punto di vista ci vede partire con un altro passo rispetto alla candidata del centrodestra la cui effige compare ormai da più di un mese in ogni angolo di Roma.
Alla fine grandi applausi e la sensazione che una candidata di tale livello potrà far del bene anche alla crescita del Partito Democratico sia a Roma che nel Lazio e speriamo anche a livello nazionale.>
lunedì 8 febbraio 2010
Partecipazione
Nel mese di gennaio sono accaduti tre importanti eventi politici che hanno, a mio parere, un significato che va al di là del loro contesto: sono il sintomo di una trasformazione nei rapporti tra cittadini e politica che si sta manifestando in quasi tutto il mondo.
In Cile la destra ha vinto le elezioni presidenziali, pur rimanendo minoranza nel paese. In Massachussetts il repubblicano Brown ha sconfitto la democratica Coakley, aggiudicandosi il seggio che era stato per decenni del senatore democratico Ted Kennedy. In Puglia il governatore uscente Vendola ha sconfitto alle primarie il candidato proposto dai vertici del PD Boccia.
Sono fatti diversi, ma hanno una radice comune: il rifiuto popolare della partitocrazia e dell’arroganza della classe politica.
In Cile Sebastian Pinera, ricco e conservatore, ha vinto perché gli elettori hanno punito la coalizione di centrosinistra che dopo vent’anni di governo era finita in mano agli apparati di partito e alle loro reti clientelari. I vertici dei partiti della “Concertacion”, l’alleanza di centrosinistra, sordi alle richieste di rinnovamento e cambiamento generazionale hanno preferito ricandidare l'ex presidente Eduardo Frei senza passare attraverso le primarie, come chiedeva parte della base e come avvenuto nel caso della presidente uscente Bachelet, consegnando di fatto il paese in mano alla destra.
In Massachussetts, nonostante i sondaggi dimostrassero che la maggioranza dello stato è democratica, le elezioni sono state decise dal voto indipendente, che ha penalizzato una rappresentante dell’apparato democratico locale Martha Coakley, così sicura di vincere da andare in vacanza all’inizio della campagna elettorale. Il candidato repubblicano, Scott Brown è invece riuscito a stabilire un rapporto con la grande mobilitazione sociale della destra attraverso il movimento dei “tea parties” usando le stesse tattiche della campagna elettorale di Obama: internet, cellulari e porta a porta.
In Puglia, per consentire di allargare la coalizione di centrosinistra all’UDC, i vertici del Partito Democratico hanno proposto a Nichi Vendola di fare un passo indietro a favore del candidato da loro scelto. Il governatore, forte del grande consenso guadagnato in cinque anni di buon governo della regione, ha rifiutato e ha insistito per sfidare Boccia nelle elezioni primarie, vincendo con un enorme margine di vantaggio grazie alla grande mobilitazione popolare che è stato in grado di suscitare.
Questo a dimostrazione che la democrazia non ha colore e che per funzionare è necessario che gli eletti rispondano ai cittadini. Quando funzionari di partito diventano padroni dei destini di un paese, possono nascere dei movimenti di base che cambiano i rapporti di potere.
Vedremo in futuro quali saranno le reazioni degli sconfitti in questi tre diverse storie, ma l’impressione è che qualunque cosa faranno, sarà meglio farla coinvolgendo i cittadini.
Perché quando si aprono le porte alla partecipazione, le persone, spesso, la prendono sul serio.